Brindisi, Neurochirurgia del Perrino: dopo l'intervento oltre 150 pazienti seguiti dallo psiconcologo
BRINDISI - Da gennaio 2021 a maggio 2025, nel reparto di Neurochirurgia dell'ospedale Perrino di Brindisi, oltre 150 pazienti sottoposti a intervento per patologia oncologica sono stati seguiti dallo psicologo, dalla fase diagnostica al post-operatorio, sia in regime di ricovero che a domicilio, dopo la dimissione. I risultati di questa esperienza di Psiconcologia nelle Neuroscienze sono stati presentati a Napoli, a fine ottobre, al 28esimo Congresso Nazionale dell'Associazione italiana di Neuro-oncologia. La relazione è stata curata dal dottor Francesco Romeo, direttore della Neurochirurgia, e dal dottor Angelo Perfido - psicologo, psicoterapeuta e psiconcologo - in collaborazione con Danilo Passante, presidente dell'associazione Mattia Passante, intitolata al giovane brindisino morto per glioblastoma.
"La Psiconcologia - spiega il dottor Angelo Perfido - è il luogo dove la psicologia scientifica e l'oncologia si incontrano: gli interventi psicologici promuoverebbero cambiamenti non solo a livello psichico e cerebrale, bensì anche a livello somatico. Sempre più evidenze neuroscientifiche, infatti, convergono nel documentare gli interventi psicologici come 'interventi biologicamente fondati', suggerendo la possibilità che possano indurre effetti oltre che psichici, anche neuro-endocrini e neuro-immunitari specifici, potenzialmente con valenza sistemica. Tale visione integrata e multisistemica che rinvia, nello specifico, a una stretta correlazione tra vita psichica (emotiva e cognitiva) e vita biologica, implica, quindi, la necessità di trattare i nostri pazienti non più soltanto come centri di elaborazione cognitiva e affettiva, ma anche come il prodotto di relazioni complesse ascrivibili all’ambiente, alla genetica, alla costellazione familiare e sociale, allo stress, all’infiammazione, alle esperienze traumatiche. È in quest'ottica - prosegue - che si colloca l'intervento psico-oncologico nel reparto di Neurochirurgia del Perrino, il cui focus è definito dal tentativo di esplorare il legame tra Psiche e Soma nel corpo malato, promuovendo una presa in carico globale dei pazienti con tumore cerebrale mediante la definizione di modelli di cura integrata".
Il setting psiconcologico che, ad oggi, ha coinvolto accanto ai pazienti anche decine di familiari e caregiver, è definito da una presa in carico multidisciplinare i cui obiettivi rinviano a un modello di assistenza globale e di cura integrata della persona, mediante l’offerta di interventi terapeutici al fine di trattare le diverse forme di sofferenza, sia del paziente oncologico che dei suoi familiari, espresse a livello psichico, somatico ed esistenziale.
"L'obiettivo - prosegue - è quello di integrare gli aspetti biologici della malattia con le dinamiche psicologiche, relazionali e assistenziali del paziente e dei suoi familiari e caregiver: questa prospettiva integrata Mente-Corpo compendia approcci e interventi terapeutici potenzialmente efficaci sia a livello psichico che somatico, ovvero sistemico. L’approccio integrato e multisistemico che caratterizza tale intervento postula l’esplorazione e la valutazione sia della costellazione sintomatologica, che degli aspetti psicologici e biologici conseguenti l’impatto della malattia oncologica, in ogni fase della traiettoria evolutiva della malattia, dalla comunicazione diagnostica, ai trattamenti, al follow-up, fino all’exitus. Pertanto, il setting psico-oncologico è definito da una presa in carico multidisciplinare che integri in maniera sinergica sia gli aspetti fisiologici e biologici legati alla malattia oncologica, sia gli aspetti e le dinamiche psicologiche, relazionali e assistenziali del paziente oncologico e dei suoi familiari e caregiver".
Le valutazioni di esito orientano verso risultati incoraggianti e promettenti evidenziabili, ad esempio, in termini di migliore aderenza ai trattamenti e di sensibile miglioramento degli indici della qualità di vita non solo del paziente ma anche dei caregiver: maggiore consapevolezza e integrazione dell’esperienza di malattia nel ciclo di vita; contenimento dei quadri sintomatologici (ansia, ruminazione depressiva, gestione dell’emozioni correlate al follow-up), maggiore soddisfazione per le cure.
"Insieme al Policlinico universitario di Milano - sottolinea il dottor Perfido - siamo stati gli unici, a livello nazionale, ad essere ammessi alla presentazione di una relazione su questo tema, quale risultato del progetto 'Psico-oncologia in corsia', realizzato grazie al supporto dell'associazione Mattia Passante, il cui presidente ha creduto fin da subito nelle finalità di un'iniziativa che ha saputo coinvolgere pazienti e familiari in un percorso complesso ma ricco di aspetti virtuosi rispetto allo standard normale".
