Nodo ferroviario di Bari a rischio. Vendola attacca il governo Monti

di Dario Durante. Un’altra tegola potrebbe abbattersi sui sistemi di trasporto ferroviari in Puglia. Nella prima seduta del Cipe tenutasi a Roma lo scorso 7 dicembre, infatti, il progetto del nodo ferroviario di Bari, l’unico relativo a una infrastruttura strategica per il Mezzogiorno e per l’intera Alta Capacità Lecce-Bari-Napoli, «inizialmente inserito all’ordine del giorno, sarebbe stato prima cancellato e poi persino rimosso dai progetti finanziati nell’ambito del contratto di programma di Rfi (Rete ferroviaria italiana)».

«Pensavamo che questo governo aprisse una fase nuova di attenzione verso il sud, invece i primi segni vanno in tutt’altra direzione» ha tuonato il presidente Nichi Vendola che con stupore ha appreso la notizia nella sede del Cipe. «Solo queste infrastrutture possono riscattare la Puglia e il Mezzogiorno dall’isolamento che si abbatte sulla mobilità delle persone e delle merci» ha continuato Vendola, decisamente seccato dall’ennesima scelta di preferire il finanziamento delle linee ad Alta velocità Milano-Genova e Treviglio-Brescia.

Ma, quasi in tempo reale, una nota della segreteria del ministro alla Coesione Territoriale Fabrizio Barca rassicurava il presidente pugliese promettendo di rivedere il progetto nella partita più generale della riorganizzazione dei fondi Fas.

La mossa del neo ministro ha tranquillizzato solo parzialmente Vendola che resta ugualmente preoccupato poiché è evidente come «la lista delle opere da finanziare sarà definita solo dopo una complessiva operazione di accertamento e istruttoria» preludendo a «tempi lunghi ed estenuanti».

In bilico resta, quindi, il finanziamento del nodo ferroviario di Bari: «qualsiasi ulteriore ritardo è inaccettabile e fuori luogo dal momento che l’approvazione di questa opera costituiva per noi un dato acquisito e certo».