L’acqua, l’Acquedotto Pugliese ed i proverbi

VITTORIO POLITO - Ogni anno, il 22 marzo, si celebra la Giornata Mondiale dell’Acqua (World Water Day), indetta dall’ONU per ricordare l’importanza delle risorse idriche per la vita del pianeta, sottolineando il suo valore per le nostre famiglie e per l’integrità mondiale, insomma una risorsa insostituibile che richiede un consumo responsabile e consapevole. L’osservazione dell’acqua di fiumi o sorgenti, ispira analogie con il comportamento degli esseri umani, richiamando la ciclicità del tempo e delle cose.

Il tema della Giornata di quest’anno è stato quello di “valorizzare l’acqua”. Il valore dell’acqua è enorme e complesso da un punto di vista familiare, alimentare e culturale, per la salute, per l’istruzione e per la salvaguardia dell’integrità del nostro ambiente naturale. La sfida lanciata dalla Giornata mondiale di quest’anno è quella di raggiungere una comprensione completa del valore multidimensionale dell’acqua: se trascuriamo uno di questi valori, non saremo in grado, infatti, di salvaguardare questa risorsa.

Anche San Francesco d’Assisi loda il Signore nel suo “Cantico delle Creature”: “Tu sia lodato, mio Signore, per la sorella acqua, la quale è molto utile e preziosa e pura» (Sí tu lodàte, Segnóre mì, pe sóra iàcque, ca iè iùdele assá, iùmele, de valóre e púre). Non si può tralasciare il dialetto barese anche in riferimento all’acqua, essendo Bari e la Puglia la terra dell’Acquedotto Pugliese.

Una bella pubblicazione, curata da Lino Patruno nel 2004 “L’acqua e il suo acquedotto” (Adda Editore), con foto di Michele Roberto e Maria Pia Protomastro, con la collaborazione di Pasquale Satalino, Giuseppe Calò Carducci e Carmelo Calò Carducci, celebra il primo zampillo dell’acqua del Sele a Bari dalla fontana di Piazza Umberto, riscrivendo la ‘storia’ della realizzazione della poderosa opera che permise e permette ancora oggi di soddisfare il bisogno idrico della Puglia.

A Bari insiste in Via Cognetti il maestoso Palazzo dell’Acquedotto Pugliese, monumento unico in Italia, progettato da Cesare Brunetti (1894-1962), che rappresenta, insieme agli arredi, lo scrigno prezioso della simbologie dell’acqua, delle sue grazie e delle sue virtù. Autore di arredi e bellezze sono dovute a Duilio Cambellotti (1876-1960), uno dei maggiori artisti in Italia, in Europa e nel mondo, che decorò il Palazzo nella quasi totalità dei suoi dettagli.
E i proverbi che dicono?

“L’acqua cheta rovina i ponti”, L’acqua che scorre silenziosa, spesso, erode il terreno del fondo, scalza gli argini e mina i piloni dei ponti. Il proverbio è riferito a persone che, zitte zitte, vanno per la loro strada, perseguendo i loro scopi non sempre onesti.

“L’acqua muta (ferma) affoga il pescatore”. Dove il fiume forma anse il pescatore deve porre attenzione, cioè un consiglio a diffidare dell’apparenza tranquilla di cose che possono rivelarsi pericolose.

“L’acqua va dov’è l’acqua”, ovvero l’acqua va al mare, i soldi ai soldi, la ricchezza a chi è ricco, la miseria a chi è povero, ecc. Insomma piove sul bagnato.

“Acqua passata non macina più”, L’acqua passata nel canale non fa più girare le macine del mulino. In sostanza ciò che appartiene al passato (ricchezza, onori, glorie, potenza), resta al passato senza incidere sul presente, né risolve problemi attuali.

“Ognuno tira l’acqua al suo mulino”. Ognuno fa i propri interessi, cerca di fare il proprio tornaconto, interpreta secondo il suo interesse, insomma ognuno porta paglia al suo pagliaio.

“L’acqua di maggio fa diventar belle le donne”. L’organismo, rinnovato dalla primavera, si presenta nella sua forma migliore, fuori dai panni pesanti della brutta stagione.

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