Triggiano inaugura la mostra diffusa di Elton Gllava: “La litania del cromo” tra arte, memoria e diritti umani
TRIGGIANO – È stata inaugurata ieri sera a Largo Mercato la mostra fotografica di Elton Gllava, che trasforma il centro storico di Triggiano in un museo a cielo aperto. Intitolata La litania del cromo | Liania e kromit, l’esposizione sarà visitabile fino al 10 gennaio 2026, con un percorso diffuso che attraversa Via Garibaldi, Largo Mercato, Via del Castello e Via Carroccio.
Curata da Manuela De Leonardis e con la direzione artistica di Annalisa Zito (Fondazione Pasquale Battista), la mostra affronta il tema del lavoro attraverso fotografie in bianco e nero che documentano la vita dei minatori di Bulqizë, cittadina mineraria del nord Albania. Le immagini raccontano le condizioni estreme di lavoro e la storia dei dissidenti politici costretti ai lavori forzati durante la dittatura comunista, con uno sguardo critico sui diritti umani.
“Le fotografie di Gllava restituiscono dignità ai soggetti ritratti e innescano una riflessione profonda sui diritti umani e sulle condizioni di lavoro estreme che ancora oggi persistono in Europa”, spiega Annalisa Zito. Il progetto nasce nel 2013, quando Gllava, trasferitosi in Italia negli anni ’90, torna in Albania per documentare la vita quotidiana dei minatori, un impegno che si sviluppa nel tempo fino alla pubblicazione del libro Bulqizë (Postcart, 2019).
La mostra è promossa dalla Fondazione Pasquale Battista nell’ambito del programma “Capaci di Legalità”, con il patrocinio del Consolato Generale della Repubblica d’Albania, Regione Puglia, Città Metropolitana di Bari, Comune di Triggiano, Accademia di Belle Arti di Bari e Politecnico di Bari, e il sostegno del main sponsor Levigas Luce e Gas - Gruppo Augusta Ratio.
L’inaugurazione ha visto la partecipazione del fotografo, della curatrice, del console albanese Arjan Vasjari e della giornalista Maria Grazia Lombardi (TG Rai Puglia).
Con La litania del cromo, Triggiano consolida la propria vocazione per mostre urbane e d’impatto sociale, proseguendo un percorso iniziato con le esposizioni diffuse di Tony Gentile, Maïmouna Guerresi e Silvia Levenson, che uniscono estetica, memoria e impegno civile.

