Medicina di Genere e Leadership Femminile: la Puglia investe nella cura personalizzata e nell'equità in sanità
BARI - La Puglia si pone all'avanguardia nell'applicazione dei principi della medicina di genere e nella promozione della leadership femminile in ambito sanitario. Questi i temi centrali del convegno "Medicina di genere e leadership femminile: esperienze, prospettive e buone pratiche in ambito sanitario", tenutosi questa mattina presso il Policlinico di Bari.
L'evento, organizzato dalla Regione Puglia in collaborazione con l'associazione Women in Surgery Italia e un comitato scientifico regionale ad hoc, ha visto la partecipazione di esponenti regionali, del mondo sanitario e scientifico. Tra i relatori, l'assessora regionale con delega alle Politiche di genere, Serena Triggiani, la dirigente della Sezione per l’Attuazione delle Politiche di Genere della Regione Puglia, Annalisa Bellino, Giulia Sannolla della sezione regionale Inclusione sociale attiva e Antonella Caroli, dirigente del Servizio Strategie e Governo dell’Assistenza territoriale.
Il Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha evidenziato i progressi compiuti: "La Puglia sta facendo passi da gigante e le esperienze raccontate nel corso di questa giornata dimostrano un approccio evoluto della medicina, dalla prevenzione alla cura. Oggi abbiamo dimostrato, con interventi qualificati di esponenti regionali e del mondo sanitario e scientifico - che ringrazio per le loro preziose testimonianze - quanto sia importante investire nella medicina di genere: dalla diversa manifestazione dei sintomi in caso di patologie come infarto o depressione, all’efficacia differente dei farmaci, fino alla necessità di sensibilizzare il personale sanitario su questi aspetti. Si tratta di prendersi cura della vita e della dignità di ciascuna persona in ogni sua specificità".
L'assessora Serena Triggiani ha sottolineato come la medicina di genere rappresenti "un traguardo estremamente importante nel percorso verso una reale applicazione delle pari opportunità, non solo come principio sociale e culturale, ma anche come diritto sacrosanto di tutti alla salute, alla diagnosi e cure eque e personalizzate". Ha ricordato che l'Italia è stato il primo Paese in Europa, nel 2019, ad approvare il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere sul territorio nazionale, e la Puglia ha fornito un significativo contributo tecnico scientifico in tal senso. "In un’epoca in cui promuoviamo con forza la parità di genere è essenziale riconoscere che questa uguaglianza non significa uniformità, bensì valorizzazione delle differenze per garantire equità e giuste cure", ha aggiunto Triggiani. L'assessora ha inoltre affrontato il tema della scarsa presenza femminile in ruoli apicali nelle professioni sanitarie, in particolare nella chirurgia, ribadendo l'impegno a combattere le disuguaglianze sociali attraverso politiche integrate.
Il vicepresidente della Regione Puglia e assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, ha rimarcato l'importanza dell'approccio scientifico e organizzativo della medicina di genere: "Quando parliamo di medicina di genere — parliamo certamente di una nuova sensibilità che si rifletta anche in un adeguamento formale, ma parliamo anzitutto di efficacia clinica, di appropriatezza delle cure, di giustizia nella salute pubblica: è un approccio scientifico e organizzativo che ci consente di mettere davvero al centro la persona, personalizzando diagnosi e terapie a partire dalle differenze reali, biologiche e culturali". Piemontese ha poi illustrato gli investimenti regionali per rendere strutturale questo cambiamento, dalla formazione obbligatoria del personale sanitario alla creazione di percorsi diagnostico-terapeutici differenziati, fino al rafforzamento dei consultori e delle reti territoriali e alla costituzione del Centro Regionale di Riferimento per la Disforia di Genere.
Antonio Sanguedolce, direttore generale del Policlinico di Bari, ha ribadito come "l’evoluzione della medicina contemporanea richiede la costruzione di percorsi di cura sempre più personalizzati, capaci di considerare le differenze biologiche tra gli individui. In questo scenario, la medicina di genere si configura come uno strumento fondamentale per garantire appropriatezza, efficacia e centralità della persona". Sanguedolce ha infine sottolineato il cambiamento organizzativo in atto al Policlinico, con le più recenti nomine alla guida delle Unità Operative Complesse che hanno visto l’ingresso di 5 nuove direttrici su 12 incarichi assegnati, e in 3 delle 6 branche chirurgiche oggetto di rinnovo la responsabilità è oggi affidata a professioniste. "Anche la Direzione Sanitaria e una quota significativa della dirigenza medica presentano oggi una composizione a prevalenza femminile. Un segnale importante che va nella direzione di una sanità sempre più competente e inclusiva", ha concluso.